Giovannino Guareschi

(Fontanelle di Roccabianca1908 - Cervia 1968)

Figlio della maestra elementare del paese, Guareschi trascorre  la sua infanzia tra Parma e Marore, dove la madre era stata  trasferita.  Frequenta il collegio "Maria Luigia" di Parma, dove trova come  istitutore Cesare Zavattini, e successivamente il ginnasio  "Romagnosi", dove conosce Ferdinando Bernini che lo avvicina  all'umorismo europeo.  Nel1928 entra come correttore di bozze al "Corriere Emiliano",  dove lavorano anche lo stesso Zavattini, Alessandro Minardi e  Pietro Bianchi, divenendone successivamente cronista e  capocronista.  Contemporaneamente disegna vignette e incide xilografie: i  suoi scritti e i suoi disegni vengono notati a Milano dove  Zavattini lo chiama con l'incarico di caporedattore del  "Bertoldo", il giornale umoristico che, nato nel 1936, segna  una svolta nel costume italiano dell'epoca, con un successo  senza precedenti nella storia del giornalismo satirico. Il suo primo libro "La scoperta di Milano" è del 1941; negli  anni successivi pubblica "Il destino si chiama Clotilde" e "Il  marito in collegio" che consacrano la sua fama di scrittore  umoristico. Richiamato alle armi, è fatto prigioniero appena dopo la  diffusione della notizia dell'armistizio, il 9 settembre 1943, e  deportato in Germania e Polonia: tornerà a Parma due anni  dopo, il 4 settembre 1945.  Riprende ben presto l'attività giornalistica fondando con  Giovanni Mosca il settimanale umoristico "Candido".  Alla direzione del "Candido" Guareschi combatte la battaglia  elettorale del 1948 contro il Fronte Democratico Popolare e  l'ideologia comunista. Gli anni del dopoguerra sono un periodo di grande attività  creativa: tra il 1945 e il 1954 pubblica "La favola di natale",  "Italia provvisoria", "Zibaldino", "Diario clandestino" e  "Corrierino delle famiglie". Su "Candido" pubblica settimanalmente i racconti del "Mondo Piccolo" con Don Camillo e Peppone, che gli procurano  celebrità a livello internazionale: il primo volume della serie  "Mondo Piccolo", "Don Camillo" è del 1948. Nel 1954  Guareschi vince la seconda edizione del Premio Bancarella con  "Don camillo e il suo gregge". Negli anni cinquanta il  cinema si interessa alla sua opera e, dopo l'esordio nel 1950  con "Gente così", esce nel 1952 il primo film della fortunata  serie di Don Camillo, con la regia di Julien Duvivier e le celebri  interpretazioni di Fernandel e Gino Cervi.  Nel 1963 Guareschi collabora con Pier Paolo Pasolini alla  stesura del soggetto e alla regia del film "La rabbia". Gli anni cinquanta sono però segnati dalla dolorosa esperienza  del carcere: la lunga polemica condotta da Guareschi nei  confronti di Alcide De Gasperi si conclude con la condanna  dell'autore ad un anno di reclusione per il reato di  diffamazione a mezzo stampa.   La vicenda lascia un segno indelebile. Nel 1957 Guareschi  lascia la direzione del "Candido" continuando a collaborare  fino a quando, nel 1961 il settimanale cessa le pubblicazioni.  Guareschi si isola a Roncole, dove abita già dal 1952, e riduce  progressivamente la sua attività di giornalista.